Monete Bizantine


Vengono dette monete bizantine tutte quelle monete che sono state utilizzate dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente dall’Impero Romano d’Oriente.

Le monete bizantine vengono suddivise principalmente in due categorie: il solido d’oro e diverse monete in bronzo.

Nella foto di inizio pagina una Moneta bizantina: un solido d’oro dell’Impero Bizantino raffigurante Maurizio Tiberio. Anno di coniazione 582 – 602. Foto da eBay. Valore 400€ circa.

 

Monete Bizantine in Oro

La moneta bizantina in oro è chiamata solido (dal latino solidus). Il solido d’oro è suddiviso in semisse (equivalente a mezzo solido) e tremisse (equivalente ad un terzo del valore del solido).

Quanto valeva un solido nel periodo in qui veniva utilizzato? Un solido corrispondeva ad 1/72 della libbra romana. Questa moneta fu utilizzata fino al XI secolo. Durante il IX secolo i bizantini proposero una solido che pesava solo tre quarti della moneta originale e la chiamarono tetarteron. Il solido originale, quello con il peso corretto, fu chiamato histamenon. Il tetarteron non ebbe grande successo e fu coniato con sporadicità durante il corso degli anni.

 

Nummo e Follis Bizantino, le monete bizantine in Bronzo

Tralasciando le monete d’oro bizantine passiamo a quelle in bronzo. Le monete in bronzo erano molto piccole e venivano chiamate con il nome di nummo. Dato il loro esiguo valore queste monete risultavano essere molto scomode in quanto anche per i pagamenti più piccoli serviva una grande quantità di moneta. Nel corso degli anni i bizantini decisero quindi di ampliare la propria monetazione coniando il follis.

Il follis è sempre una moneta in bronzo ma il suo valore corrispondeva a 40 nummi. Furono inoltre prodotte ulteriori monete con il valore di 20 nummi, 10 nummi e 5 nummi. Queste monete avevano sempre il lato dritto con l’immagine stilizzata dell’imperatore ed il rovescio con il valore nominale della moneta. Il valore numerico presente sulla moneta è quello appartenente alla numerazione greca, la M corrisponde a 40, la K corrisponde a 20, la I corrisponde a 10 e la E corrisponde a 5.

 

Monete Bizantine in Argento: il Miliarense

I bizantini coniarono anche alcune monete in argento. Quella più diffusa, coniata in maniera più continuativa, fu il miliarense. Si tratta di una moneta che fu coniata a partire dal VI secolo anche se la maggior parte dei pezzi pare che sia stata coniata nel VII e nel IX secolo. Il miliarense fu poi suddiviso in frazioni, troviamo la siliqua il cui valore era di mezzo miliarense e l’aspro, moneta che in un primo momento fu coniata in argento e successivamente, a causa della scarsità della materia prima, cioè dell’argento, fu coniata in rame.

Qual era il valore del miliarense d’argento? Quanto valeva una siliqua? Come già detto all’epoca dei bizantini la moneta principale era rappresentata dal solido. Un miliarense valeva 1/12 di solido mentre una siliqua valeva 1/24 di solido.

 

Numismatica Bizantina: le altre monete meno conosciute

La monetazione bizantina non comprende solo solido, nummi e follis. Con il passare degli anni vennero prodotte ulteriori monete bizantine.

Meritano una menzione gli scifati, monete particolarizzate dalla loro forma, a coppa. Gli scifati sono conosciuti anche come trachi. Vennero coniati utilizzando una lega a base di oro e argento chiamata elettro e con un’altra lega chiamata biglione costituita per la maggiore da argento svalutato. Non si conosce con certezza il motivo della loro forma, a coppa, ma si presuppone che questo formato aiutasse a impigliare meglio le monete tra loro.