Sesterzio Romano


Il sesterzio romano, è una piccola moneta d’argento che veniva coniata di rado durante il periodo della Repubblica romana. Questa moneta romana deve il suo nome al suo valore originario ossia 2 assi e mezzo, per poi passare in seguito ad avere un valore di 4 assi.

Nella foto di inizio pagina, un Sesterzio Romano, Gordiano III. 238-244 d.C., foto presa da Pixabay

 

Il nome “sesterzio”, abbreviato col monogramma HS, deriva dal latino e sta a significare metà del terzo asse. Successivamente, con la riforma monetaria voluta dall’imperatore Augusto, il sesterzio romano assunse dimensioni più grandi e fu realizzato d’oricalco, di una color azione giallo oro simile all’ottone.

I sesterzi romani oltre a rappresentare delle monete di scambio, rappresentavano pure un ottimo mezzo di propaganda, che ben rivelavano le grandi doti artistiche degli incisori del tempo. Queste monete molto diffuse per le loro particolari caratteristiche e dimensioni, era pure utilizzate in qualità di unità di conto, per cui ai tempi le somme molto rilevanti venivano registrate come sestertia milia o migliaia di sesterzi.

 

Storia e Valore delle monete romane antiche

Per quanto riguarda la storia delle monete romane antiche, va detto che le prime risalgono alla seconda era repubblicana. Si trattava di monete in bronzo chiamate “aes” ossia bronzo, poi successivamente fu coniata dalla Zecca il cosiddetto “quadrigato”. Tale moneta in bronzo, rappresentava sul lato diritto la testa di Giano mentre sul lato al rovescio Giobe e la Vittoria su di una quadriga.

Ben presto tali monete in stile greco, furono soppiantate dalla moneta in argento nota come “Denario” la moneta romana più utilizzata dai romani. Il suo valore iniziale era di 10 assi, pari a 1/72 di libbra, mentre le sue frazioni erano il quinario e il sesterzio. Intorno al 200 d.C. circa il denario cedette il posto all’ Antoniniano, una delle più note e diffuse tra le monete romane in bronzo.

Oltre il denario coniato tra tra il 117 e il 138 d.C, su cui figura sul dritto il capo dell’imperatore Adriano e sul rovescio la libertas in piedi, va menzionato anche il Dupondio, moneta coniata tra il 69 e il 79 d.C., che rappresenta sul lato diritto la testa dell’imperatore Vespasiano e sul rovescio Felicitas con la cornucopia. Va precisato che il Denario se ben conservato oggi può valere fino a 1000 euro circa mentre il Dupondio può valere fino a 500 euro.

Il sesterzio, è di certo una delle valute di origine romana più note e di facile reperimento, coniata dopo il Denario. Questa antica moneta romana a cui seguirono il Dupondio, poi l’Asse, il Semisse, il Trente, il Quadrante, il Quinunx e l’Oncia, ha un valore che varia in base al periodo in cui è stata coniata. In genere il valore di una moneta è legato sopratutto suo stato di conservazione, va detto che la scala di conservazione delle monete o Coin Grading, è la stessa in tutto il continente europeo, ed è molto simile a quella in uso negli Stati Uniti.Il sesterzio romano di Antonino Pio, moneta coniata tra il 138 e il 161 d.C, in base al grado di conservazione oggi può arrivare a valere anche oltre i 200 euro.