Sotto il Regno di Giorgio III d’Inghilterra si è verifcato un passaggio importante sull’uso monetario delle sterline, arrivando al cosiddetto sistema basato sulle monete in oro “Gold Standard”. Il passaggio dal vecchio sistema monetario basato sull’argento si racchiude negli anni tra il 25 ottobre 1760 e il 29 gennaio del 1820. Il Regno di Giorgio III può essere quindi considerato il promotore della coniazione della moneta “Sovrana”, chiamata anche “Sterlina d’Oro”, ossia l’unità di conto della Gran Bretagna raffigurante l’immagine della Regina.

L’incisione sulle monete Gold Standard sono state create da una mano italiana, come forse non tutti sanno. L’incisore era di fatti il romano Benedetto Pistrucci, nato il 1783 all’interno della capitale italiana. Nel 1815 Benedetto decise compiere un viaggio di trasferimento in Inghilterra, dove fu assunto presso la “Royal Mint”. Soltanto un anno dopo l’incisore decise di proporre il suo modello della moneta da una sterlina d’oro riscontrando un’approvazione immediata proprio a causa della sua interpretazione della Sovrana. La moneta, la più importante tra le monete inglesi, presentava un’incisione su ogni lato, sul dritto quella della Regina Sovrana Elizabeth, mentre sul rovescio l’incisione ad opera di Benedetto Pistrucci rappresentante San Giorgio in sella al suo cavallo nell’atto dell’uccisione del drago.

La sterlina d’oro conta una storia di coniazione continua dal 1817 fino ai giorni nostri, rappresentando una vera e propria potenza economica. Sono stati stimati oltre un miliardo di monete coniate per un impiego totale oltre le 8 mila tonnellate del materiale prezioso dell’oro.

Gli scienziati numismatici, dediti allo studio delle monete, hanno classificato le sterline in oro in: Lega in oro da 916,66 millesimi per 22 carati, 7,98805 grammi di peso, 22 millimetri di diametro, 7,3223 grammi di contenuto di oro definito puro.

Nel corso degli anni le Zecche incaricate della produzione delle sterline in oro furono diverse. L’Impero britannico possedeva infatti la Zecca in Australia nella città di Perth con il segno zecca “P”; il segno zecca “S” per indicare la città di Sidnwy, il segno della zecca “M” per indicare la città di Melbourne, il segno della zecca “SA” per indicare il sud-Africa, il segno della zecca “I” per indicare l’India, il segno della zecca “C” per indicare lo Stato del Canada. Tuttavia, nonostante le numerose dislocazioni, la Zecca principale dell’Impero britannico rimase a Londra e non necessitava di alcun segno a classificazione della provenienza in quanto produttrice principale della coniazione delle monete. L’assenza di specifici simboli di coniazione sulle sterline in oro sussiste ancor oggi, sancendo una tradizione antica.

RARITA’ DELLE STERLINE D’ORO: quali sono i pezzi più ricercati e qual è la sua quotazione

Come tutte le monete antiche anche le sterline d’oro più datate conservano una certa valutazione odierna. La stessa dipenderà tuttavia da una serie di fattori quali lo stato della conservazione, il numero di monete effettivamente coniate in un determinato anno, le monete andate perse nel corso del tempo e quelle refuse durante gli anni successivi alla coniazione. Va precisato che la sterlina d’oro continua ad essere prodotta dalla Zecca di Londra, ma allo scopo di fornire una tiratura per i collezionisti di monete.

L’andamento della quotazione del valore delle monete Gold Standard seguirà quindi una linea dovuta alla circolazione delle sterline definite non rare e quindi soggetto allo stesso prezzo del valore dell’oro quotato in Borsa, mentre alcune sterline considerate di valore per via della datazione annuale e delle caratteristiche di conservazione, numero di produzione, ecc, rientrano invece in aste specifiche numismatiche, presenti all’interno dei cataloghi dediti alla vendita delle monete antiche e rare.

Quali sono le sterline d’oro considerate di maggior valore sul mercato? Le sterline in oro coniate negli anni tra il 1817 e il 1820, facendo parte delle prime produzioni, risultano le più valutate e le più ambite dai collezionisti. Le monete di questi quattro anni rappresentevano una variazione sull’immagine di San Giorgio a cavallo, ovvero una riproduzione più piccola della rappresentazione rispetto alle coniazioni successive. Trovare una sterlina del periodo in ottimo stato di conservazione risulta ad oggi estremamente difficile. Durante gli stessi anni le tirature delle sterline superarono ii 2 miliardi, mentre nel 1819 si raggiunse solamente una tiratura complessiva di 3574 monete d’oro. Possedere una di queste monete rare e antiche in ottimo stato di conservazione potrebbe valere fino a 600 euro, con cifre variabili da 400 e 500 euro.

Le sterline in oro variano a seconda di molteplici aspetti come la Zecca di produzione, che sia valutata a livello numismatico, oppure a livello dell’oro in Borsa, ma stabilire l’effettivo valore di una moneta antica senza avvalersi del parere di uno studioso professionista risulta estremamente difficile. Tra le sterline in oro più rare si trovano le monete da 20 lire dette “Marengo”, i “20 Dollari  Saint  Gaudens” e i “4 Ducati Austria”.

STERLINA D’ORO SUD AFRICA

Questa moneta fu coniata dalla Zecca di Pretoria nel 1924, per 3184 esemplari. Il valore della moneta in condizioni di conservazione classificate come “BB” varia fino a 1.500 euro, mentre per un valore “FDC” si potrà arrivare anche a 4/5 mila euro. Le Gold Standard coniate in sud-Africa sono contraddistinte dalla sigla di zecca “SA”.

STERLINA IN ORO AUSTRALIA

La sterlina d’oro australiana fu coniata dalla Zecca in Australia nel 1920, per una tiratura elevata di 360.000 esemplari. Il valore di questa sterlina varia impressionevolmente per uno stato “BB” da 70 mila euro, fino a 250 mila euro in stato “FDC”, poiché non si riscontrano più di 5 pezzi ritrovati. La sigla della zecca australiana riportata sulla sterlina è “S” ad indicare la città di Sidney.

STERLINA ORO CANADA

La sterlina d’oro canadese fu coniata dalla Zecca in Canada nel 1916, per un numero di esemplari conosciuti di soli 20 monete. La sua quotazione varia da 10 mila euro, fino a 30 mila euro per uno stato di conservazione “BB”, mentre in un’asta del 1989 è stata ceduta una singola moneta per un prezzo esorbitante pari a 82.500 dollari. La sigla della zecca riportata sulla sterlina è “C”.