500 Lire Banca d’Italia


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Vediamo come è fatta e quanto vale la 500 Lire dedicata alla Banca d’Italia o meglio al Centenario della Banca d’Italia. La moneta è stata coniata nel 1993 e riporta sulla stessa le date 1893 e 1993.

La Banca d’Italia fu istituita nel 1893 tramite la fusione di quattro importanti banche dell’epoca ossia dalla Banca Nazionale del Regno d’Italia, dalla Banca Nazionale Toscana, dalla Banca Toscana di Credito per le Industrie e Commercio d’Italia e da quello che restava della Banca Romana. Cento anni dopo, quindi, nel 1993 fu deciso di commemorare questo importante avvenimento con una moneta da 500 Lire.

Come è Fatta

Nel giro troviamo la dicitura “Centenario della Banca d’Italia” e nella parte più bassa il valore nominale indicato con la scritta L500 che, appunto, sta a indicare la nostra 500 Lire. Nella parte dorata, ossia all’interno, troviamo il monogramma della Banca d’Italia e ai lati le date: sul lato sinistro 1893, sul lato destro 1993. Nella parte più bassa, sempre nell’interno dorato, è presente anche il cognome del secondo autore: Grossi (Sergio Grossi).

Parliamo un attimo di Varianti. Di questa moneta esistono due varianti, infatti si parla di 500 Lire del Centenario d’Italia del primo tipo e del secondo tipo. Le monete a prima vista sembrano identiche ma analizzandole con maggiore attenzione è possibile notare delle differenze di dimensioni nel rovescio, ossia nel lato dove è presente il logo della Banca d’Italia. Nel primo tipo il monogramma della Banca d’Italia è più grande e la firma dell’incisore Grossi invece è più piccola. Le date anch’esse più piccole, risultano essere poco leggibili. Nel secondo tipo invece, il monogramma della Banca d’Italia è più piccolo e le date e la firma dell’incisore sono leggermente più grandi e quindi risulta più facile da leggere quanto inciso.

Quanto Vale

Passiamo al valore della 500 Lire del Centenario della Banca d’Italia. Sia che si tratti della moneta del primo tipo e sia che si tratti della moneta del secondo tipo il valore è davvero irrisorio. Si tratta infatti di una moneta molto comune. Nel 1993 furono coniati complessivamente 90 milioni di pezzi. Parliamo quindi di un numero altissimo che logicamente non permette alla moneta di acquisire dei valori importanti.

In fior di conio, parliamo quindi di monete tenute perfettamente senza ammaccature e graffi, il valore della 500 lire del primo tipo può arrivare a 3 euro per pezzo (ricordo che il primo tipo sarebbe la moneta con il disegno grande, firma e data piccole). La moneta del secondo tipo invece (ossia quella che presenta il disegno più piccolo e la firma e le date più grandi) può arrivare a valere, sempre in condizioni Fior di Conio, fino a 2 euro per ciascun pezzo. Se la moneta presenta graffi, segni di usura o ammaccature, purtroppo non ha alcun valore economico, forse pochi centesimi. In questi casi io preferisco parlare più di valore affettivo che di valore economico.

Parliamo ora di Errori di Conio. C’è da fare infatti un piccolo appunto su un errore di conio riconosciuto. Alcune monete, invece di riportare la data corretta (ossia 1893 e 1993) riportano la data 893 1993. Si tratta quindi di monete dove è venuto a mancare il numero uno della prima data. Quindi invece di trovare sulla moneta 1893 troveremo direttamente la data 893. Questo è un errore di conio di cui si ha conoscenza in quanto ci sono diversi pezzi che riportano appunto questo errore. Per alcuni collezionisti, queste monete con questo errore di conio potrebbero avere un valore aggiuntivo quindi magari, il valore in ottime condizioni della moneta non sarà più quello di 2 o 3 euro ma qualcosina in più.