E’ considerata moneta tutto ciò che  viene utilizzato come mezzo di pagamento di un bene o servizio che svolge una funzione di misura del valore (moneta intesa come unità di conto), mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi (moneta intesa come strumento di pagamento) e fondo di valore (moneta intesa come riserva). Vediamo qual è la storia della moneta, partendo dalle origini, dalle prime forme di denaro sino ad arrivare alle banconote ed alle carte di credito.

Anticamente esistevano soltanto le monete metalliche, realizzate in dischi di varie dimensioni e composizioni. La loro funzione era correlata agli strumenti di pagamento, mentre nell’economia moderna le monete hanno assunto anche un valore cartaceo (attraverso le banconote) e virtuale, come il deposito bancario, nonché assegni e  carte prepagate, ecc.

Curiosa è l’origine della terminologia “moneta” che forse non tutti conoscono e che riguardano le oche del Campidoglio. La storia racconta che nel 390 a.C. Roma si trovava sotto l’assedio dei Galli di Brenno, mentre sulla cittadella del Campidoglio sorgeva il tempio della dea Giunone. All’interno di esso venivano allevate delle oche, considerate sacre alla dea. Durante una notte in particolare, all’arrivo dei Galli, i versi delle oche svegliarono l’ex console Marco Manlio che riuscì a dare prontamente l’allarme.

L’attacco fu quindi impedito proprio grazie allo starnazzare di questi animali, tanto che Manlio fece aggiungere al nome lo pseudonimo “Capitolinus”.  A partire da quel momento venne attribuito alla dea l’appellativo di “Moneta”, dal verbo latino “monere” (avvertire, ammonire). Proprio a fronte di tale storia venne creata la Zecca in prossimità del tempio, sotto la protezione della dea Giunone.

La moneta rappresenta il circolante emesso dallo Stato in un particolare periodo storico e rientra nella categoria del denaro fino a che non viene accettata dal mercato. Proprio per questo motivo, quando le monete vengono svalutate o divengono fuori corso, perdono tutto il loro valore, divenendo nulle.

La Prima Comparsa della Moneta e la Sua Realizzazione

I metalli preziosi si sono anticamenti affermati sul mercato come modello di pagamento dell’India e del Mediterraneo, a fronte della presenza di oro, argento e rame in quegli specifici territori, con i quali erano realizzate le monete.

La prima moneta ad essere coniata si deve a Cresco, re di Lidia nel VII secolo a.C, passando poi nel secolo successivo alle città greche e all’Impero Persiano, diffuse sino ai tempi di Alessandro Magno.

Durante la lunga fase storica le monete non rappresentavano altro che veri e propri lingotti recanti l’immagine scolpita del re o della repubblica. Questo ha permesso di evadere il controllo del peso e del titolo della moneta in ogni passaggio. Per lo stesso Stato infatti, al di là del peso e del titolo recante, a chi possdeva delle monete non poteva essere negato l’acquisto, mentre diverse accadeva fra i privati che potevano decidere di avvalersi dello stato della loro lega.

Durante il periodo rinascimentale i possessori di metalli preziosi potevano recarsi alla Zecca per trasformare i possedimenti in denaro, al costo di una detrazione di monete per le spese di realizzazione sostenute.

Con i secoli a venire le monete hanno assunto diversi e differenti metalli per sostenere la disponibilità d’oro. E’ diventato così possibile coniare monete con differenti metalli con un valore inferiore rispetto al principale oro, a seconda della disponibilità di ogni forziere autoritario delle rispettive banche, dove si trasformarono in riserve. Il dollaro rimase convertibile in oro e la Federal Reserve ne conserva buona parte nel “forziere-fortezza” di Fort Knox, nel Kentucky.

A seguito della Seconda Guerra Mondiale l’oro è stato abbandonato, permettendo la creazione delle monete necessarie, non più concentrate sulla base delle riserve disponibili all’interno dei singoli forzieri.

Oggi l’unica banca in grado di produrre moneta è quella Centrale rappresentata dalla Zecca dello Stato. Tuttavia, a loro modo e in senso lato, le banche ordinarie continuano a divulgare moneta attrvarso le proprie operazioni, pur non potendone stampare di proprie.

Vecchie Monete Italiane

Quando si parla di storia della moneta non si deve pensare solo alle monete più antiche, dedichiamo quindi un piccolo paragrafo anche alle monete italiane pre-euro.

Alcune monete in lire dalla semplice apparenza possono arrivare a valere, oggi, anche migliaia di euro, a seconda della data riportata. La loro quotazione dipende così dalla rarità della moneta stessa. Monete di lire come le annate 1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1961, 1962, 1963 arrivano a valere più di cento euro, se in ottimo stato. La 100 lire del 1955 invece sale di valore oltre i mille euro. Le vecchie 50 lire del 1955, 1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1961 e 1962, possono superare qualche centinaia di euro. Le 5 lire con il delfino invece, molto più vecchie delle precedenti, arrivano sino a 1500 euro di valutazione.

Ad oggi invece le monete da 2 euro del 2004 della Finlandia valgono quasi 50 euro, come i 2 euro del 2006 della Germania (30 euro se del 2007). Quelle della Slovenia da 2 euro sono valutate sui 25 euro. La più valutata oggi è la moneta da 1 centesimo, che vale ben 2.500 euro. Si tratta di un errore di conio poiché il monumento rappresentato è sbagliato e rappresenta la Mole Antonelliana di Torino, monumento solitamente riportato nella moneta da 2 centesimi.

Altre monete sono vendute ai collezionisti come le monete greche, monete romane e monete medievali. Il loro valore oscilla per lo stato di conservazione poiché ne esistono ormai rari pezzi.