Tornese, la Moneta d’Argento


Il tornese, denominato anche denaro tornese, era un denaro realizzato in argento emesso per la prima volta dall’Abbazia di San Martino a Tours in Francia, agli inizi del XI secolo. La lira tornese decretò la moneta ufficiale della Francia sino al 1789, anno della riforma monetaria con l’introduzione del franco germinale.

Questa moneta, così come la moneta parisino e all’angevino, caratterizza il denaro più importante all’epoca della Francia Medievale.

 

STORIA DELLA MONETA TORNESE

Nei documenti medievali la moneta tornese veniva chiamata con il nome corretto di “denarius turonensis” o “turonensis”, dall’origine latina del termine.

Con il termine “turonus” si identificavano le monete coniate nella specifica cittadina di Tours. In seguito alla chiusura della zecca i monaci dell’Abbazia di San Martino di Tours aprirono una nuova sede a poca distanza dalle mura cittadine, a Saint Pierre le Peullier, scegliendo in un primo momento di riportare l’effigie reale, usati al tempo di Carlomagno e Ludovico il Pio, mentre succesivamente furono raffigurati re francesi come Carlo il Calvo (843-877) o Luigi IV d’Oltremare (936 – 954).

Venne posta sulle monete la legenda ” CAPVT SCI MARTINI”, ovvero “Caput Sancti Martini, testa di San Martino” sul dritto, mentre sul rovescio fu rappresentata la croce e la dicitura della legenda “+ TVRONVS CIVIS”.

Successivamente venne deciso di cambiare la tipologia raffigurativa con  il cosiddetto tipo del tempio, utilizzato già al tempo di Ludovico il Pio (814-840) e Carlo il Calvo, raffigurante un tempio o un battistero cristiano, interamente circondato dalla legenda “XRISTIANA RELIGIO”.

Con il passare degli anni il tempio fu gradualmente deformato, sino all’arrivo di Carlo il Saggio, re di Francia dal 1364 al 1380, che caratterizzò le monete con la rappresentazione del castello tornese.

Quando Filippo Augusto (1165-1223), conquistò i territori della Loira e Tours, verso la fine del XII secolo e gli inizi del XIII, la lira in vigore si affiancò a quella ufficiale del Capetingi, moneta parisina.

La città subì, in quel periodo, una crescita demografica, sviluppando inoltre una classe di salariati che si affiancava ai mercanti ed ai proprietari terrieri. A fronte di ciò videro aumentarsi le richieste di denaro, in particolar modo di monete dal taglio minuto. L’abitudine già presente a quei tempi, di dimezzare in due i denari, assunse la coniatura delle maglie, ovvero dei mezzi denari.

Il valore del tornese, in confronto al denaro parisino più forte, era così suddiviso:

  • 4 parisini = 5 tornesi

Il valore elevato del parisino non permetteva quindi gli scambi commerciali contenuti. Lo stesso Filippo Augusto convinse i monaci per aumentare la produzione delle monete tornesi nelle loro raffigurazioni tradizionali, mentre nel 1191 il tipo “TVRONVS CIVIS – croce” fu sostituito dal tipo “PHILIPVS – croce”.

Durante la fine del regno furono nuovamente modificate le tornesi in: “PHILIPVS REX – croce” e “TVRONVS CIVIS – castello”.

Sotto il dominio di Luigi VIII e Luigi IX la moneta venne estesa al resto del regno, emettendo una valuta di grosso taglio, possedente un valore di 12 denari, coniando anche la “maglia bianca”, la moneta da mezzo grosso e la “maglia terza” da 1/3 di “grosso”. Soltanto in seguito fu coniata anche la lira tornese da 240 denari (rappresentata da Franc à cheval di Giovanni il Buono, 1350 – 1364).

Furono posti dei limiti alla moneta tornese nei regni franchi dell’Oriente Latino, in Germania, nei Paesi Bassi e in Portogallo, mentre in Italia fu coniata dal regno di Alfonso I d’Aragona (Napoli) fino alla fine del Regno delle Due Sicilie.

La moneta tornese rimase in vigore sino alla Rivoluzione Francese, dopodiché fu coniato il franco, per indicare una moneta d’oro dal valore di una lira tornese, al tempo di Giovanni il Buono.